4 nov 2010

L'usura occidentale del tappeto orientale e la valutazione commerciale dei tappeti usati

Come fa ben notare il ministro Brunetta nel suo blog dal post titolato "Amo i tappeti di valore col buco"  alle volte <<sono sufficienti un buchetto o un’imperfezione per annullare del tutto (o quasi) il valore di un oggetto in sé magnifico e potenzialmente costoso...>>
I proprietari dei tappeti orientali quando per una qualche ragione decidono di rivenderli o di darli in permuta, rimangono delusi, perchè non coscendo il fattore sopracitato, pretendono o idealizzano invece, una rivalutazione economica del loro tappeto usato, sulle basi di quanto essi lo avevano pagato. Eppure se ci riflettiamo, la differenza tra la cura con cui un tappeto viene tenuto in oriente e l'uso quotidiano che se ne fa invece in un abitazione occidentale è significativa. In oriente ci si toglie le scarpe prima di camminarvi sopra e si ha cura di ricoprirlo con stoffa e pezze di cuoio quando si debba mangiarvi sopra o posarvi dei recipienti caldi. In occidente invece i tappeti vengono calpestati da suole di scarpe sporche e da tacchi a spillo appuntiti, gli animali ci si fanno le unghie e talvolta ci orinano sopra. Spesso in occidente sui tappeti vi vengono posati i mobili più pesanti: scrivanie, tavoli, divani, tavolini in cristallo. Il tappeto vecchio o antico acquistato in Turchia o in Persia, può risultare quindi completamente integro o con una consuzione del vello uniforme e poco accentuata, mentre un tappeto usato in occidente, anche di pochi anni può risultare anche molto usurato. Un altro aspetto drammatico è quello della manutenzione: in occidente, spesso il tappeto le donne delle pulizie lo sbattono come uno straccio, ne sviliscono i colori con improbabili soluzioni di acqua e ammoniaca, ne pelano il vello sottoponendolo al costante passaggio di fortissimi aspirapolveri, per il lavaggio annuale lo si affida in genere alle tintorie che sono spesso care e inesperte. In Oriente il tappeto lo lavano con la neve, lo rovesciano delicatamente per mezza giornata per far ricadere la polvere, oppure lo lavano con cura in ampi spazi aperti con acqua e soluzioni detergenti non aggressive. Forse la casa europea è quanto di meno adatto ad ospitare un tappeto, eppure sarebbe un errore ed un peccato rinunciare alla compagnia e al calore che il tappeto dona a coloro che sanno apprezzarlo. E' sufficiente solo un po più di cura e di consapevolezza, e anche in occidente un tappeto può vivere decenni senza perdere "carne" e "colori".

Come/dove vendere il proprio tappeto commerciale usato
  • La soluzione migliore - se si ha calma e tempo - è quella di vendere da privato a privato,  si può provare con ebay o altre inserzioni, bisogna però tenere conto che nel mercato dell'usato sia online che rionale, il prezzo dev'essere anche quì necessariamente competitivo, senza aspirare a rivalutazione alcuna, perchè chi cerca nei mercatini o nelle inserzioni lo fa per fare un grosso affare o perlomeno come tale dev'essere percepito.
  • Una soluzione ancora migliore può essere la permuta presso un'azienda o commerciante, in genere tutte le realtà commerciali che trattano tappeti annodati praticano questo servizio. Scordatevi però un cambio alla pari, perchè le permute vengono sempre effettuate al cambio di un tappeto di valore economico superiore, per il quale si dovrà aggiungere quindi una differenza.

Alberto De Reviziis
Certified Rug Expert (CRE)
+39 0118170662

© RIPRODUZIONE RISERVATA

2 commenti:

soluzione molto interessante specialmente per tappeti di non grande valore e che si vogliono " togliere di mezzo". Freddy

Il problema legato all'acquirente non troppo esperto, la classica "sciura Maria", è che pensa sempre di possedere un esemplare unico, antichissimo, degno del Poldi Pezzoli. Purtroppo, nel 90% dei casi, oimè, non è così. Far capire che il pakistano o il mossul del 1980 non sono tappeti da collezione, ed ancor meno da museo, è impresa ardua e metterebbe a dura prova anche uno come San Francesco. Se poi il tappeto era del nonno, del babbo, della zia Luigina, amante del bello sia in fatto di uomini che di arredi, il dire che il suo valore era già scarso, che la pipì di Enrichetto “non è quella degli angeli” ed al tappeto nuoce, che manca quasi un’intera testata e va rifatta, viene considerato eclatante esempio di “LESA MAESTA’”. Quindi, l'atteggiamento verso il commerciante diventa subito di sospetto e di scontro perchè, ormai è chiaro, sto signore ci vuol fregare e darci 100€ per un qualcosa che ne vale 1000.
Ridiamoci sopra va, è meglio!
Un saluto.

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...

Share

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More