14 mar 2011

Costa troppo annodare tappeti

Grazie alla globalizzazione e quindi a fenomeni come la delocalizzazione delle industrie che da occidente si spostano con i loro impianti a oriente, grazie al petrolio, alla crescente industrializzazione per domanda interna, grazie al turismo che porta con se grandi catene alberghiere e l'urbanizzazione correlata tra cui aeroporti giganteschi e vie di comunicazione sviluppatissime, grazie alle riforme agrarie, economiche ed energetiche (vedasi le centrali atomiche inseguite dall'Iran e dalla Turchia).. la civiltà del cosidetto "benessere" ha cominciato ad affacciarsi anche nei paesi produttori di tappeti: Turchia, Iran, Pakistan, Repubbliche del Caucaso. Ciò ha comportato in questi paesi un aumento del costo della vita e del lavoro, fattori che hanno reso antieconomico annodare tappeti. Piano piano  le annodatrici e gli annodatori rurali e domestici sono stati assorbiti dall'industria e da altri settori lavorativi decisamente più renumerativi e al passo con i tempi, demandando così il compito di proseguire la tradizione a quei pochi lavoratori specializzati che operano per le società locali o straniere su merce da esportare ad alto prezzo. Fare il calcolo di quanto possa costare mediamente un tappeto è presto fatto: per un tappeto di media qualità delle dimensioni di 6 metri quadrati, servono circa tre mesi di lavoro di un operaio specializzato, e lo stipendio di un operaio in Iran si aggira attorno ai 200 euro al mese. Pertanto solo in termini di lavoro un tappeto di media qualità mis: m. 3,00 x 2,00 costa 600 euro, a questo si aggiunga il costo della lana, dei coloranti, del lavaggio, del trasporto all'estero, dei dazi doganali e delle tasse,  e si può facilmente intuire quanto produrre tappeti sia diventato antieconomico per i paesi orientali e di conseguenza anche per le ditte occidentali che devono comprarli e rivenderli. Si aggiunga a tutto questo la crisi economica mondiale, che ha comportato in numerose realtà persiane e non solo, problemi come quelli degli stipendi arretrati: lavoratori tessili che non hanno più visto un tuman da più di 10 mesi. Tutto questo ha comportato anche un cambio di usi e costumi nei paesi produttori che di fatto vedono una flessione di domanda interna, anzi un crollo del prodotto tessile annodato a mano, a favore di tappeti macchinizzati più a buon mercato. In un prossimo futuro, il tappeto annodato rischia di scomparire definitivamente.

5 commenti:

E'successo lo stesso in Italia.Tutto l'artigianato femminile, ricamo, uncinetto, maglia è diventato troppo caro e invendibile.
Tutto soppiantato da lavori fatti a macchina in Paesi dell'Est, Cina, Pakistan, India. E le donne italiane sono passate all'industria o ad altri lavori più redditizi.

e direi anche più frustranti, usuranti e brutalizzanti. Voglio dire, non era meglio ricamare e badare ai figli piuttosto che stare ad un tornio 8 ore o tenere un mitra in mano? E' davvero migliorata la condizione della donna?

Per rimanere in argomento, credo che si possa solo che condividere l'articolo postato. La civilta' dei consumi, la globalizzazione ha raggiunto paesi in cui una volta era impossibile solo pensare ad un embrione di civilta' meccanizzata. Lo troviamo ovunque: nelle foreste amazzoniche, dove latifondisti terrieri con i mezzi piu' moderni stanno distruggendo il patrimonio boschivo, animale e civilta' di indios a noi sconosciute. Per rimanere in campo tappeti, lo stesso Caucaso ormai rappresenta solo nel nome la bellezza e genuinita' dei tappeti di una volta ( almeno fino agli anni 30/40). A Baku ormai e' piu' conveniente lavorare il petrolio che annodare tappeti.
India, Pakistan, Afghanistan, ormai stanno iniziando il declino ...Il tappeto annodato a mano sparira', ma quale sara' la risposta quando manchera' sul mercato ed allora verra' ricercato? Ciao a tutti

Albero ha spiegato perfettamente la situazione in Iran, e il rapporto tra costi e ricavi per realizzare un tappeto. Sarei curioso di sapere come è la situazione nel caucaso e nell'anatolia dove da quello che so si annoda ancora molto poco.

Francesco de' Manzano

@francesco

Un operaio in Turchia prende tra i 600 e gli 850 euro al mese. A metà invece tra i salari turchi e quelli iraniani ci stanno quelli delle repubbliche caucasiche. Fate voi i conti.

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