La vicenda dei due Marò incarcerati in India è una cosa vergognosa. Gli indiani stanno calpestando le regole del diritto internazionale di navigazione, ignorando che i fatti avvenuti in acque internazionali su una nave battente bandiera italiana sono di giurisdizione della magistratura italiana. Fanno i duri questi indiani, che fanno del caso una questione di "colonialismo" (manco fossero stati gli italiani ad averli occupati e non gli inglesi), fanno dei "bianchi" (così ci chiamano sul web nei forum e nei blog) tutta un erba un fascio, e ne fanno una questione politica, anzi elettorale, sulla quale sta montando una rabbia inaudita ed ingiustificata che rischia di sacrificare i nostri soldati, che oltretutto sono rappresentanti del nostro stato.
Il valore dell'interscambio commerciale dell'Italia con l'India è di 8 miliardi di euro, di questi una parte importante è rivestita dall'importazione e vendita di tappeti e kilim indiani.
Quasi ogni giorno in qualità di mercante di tappeti vengo contattato da fornitori e grossisti indiani desiderosi di vendermi i loro "tappetacci", ho sempre detto di no, perchè non vendo quella merce e non la venderò mai. Oggi ho un motivo in più per rifiutare anzi ripudiare le loro offerte.
E tutti i colleghi che invece quei tappeti li trattano, dovrebbero almeno dare un segno tangibile a questo popolo che improvvisamente è divenuto intollerante verso i nostri confronti, inviando magari ai rispettivi fornitori indiani di tappeti, una email di formale protesta ed un appello affinche l'India torni a miti consigli.
Questo è il mio pensiero in merito.
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