Prima di "ricominciare" a parlare di tappeti in generale, desidero fare alcune considerazioni a bocce ferme del Domotex 2011, le cui espressioni o manifestazioni (che dirsi voglia), lo hanno certamente caratterizzato anche questa volta come una cartina al tornasole del mercato del tappeto. Nulla che gli esperti del settore non sapessero già sia chiaro, - non serviva certo la sfera di cristallo o una fiera mondiale per capire quale sarebbe stato il prossimo futuro del tappeto orientale - ma qualche collega e alcuni appassionati sembrano evidentemente caduti dal "pero".
Ricapitolando Domotex 2011 è stato segnato da due fattori principali:
- un minor numero di espositori
- un' assenza totale di nuove idee
Ambedue i fattori non erano certamente inaspettati.
Nei paesi come l'Iran, la Turchia, l'Azerbaijan, l'India e il Pakistan la crescente industrializzazione ha convertito i lavoratori del comparto tessile in operai dell'industria pesante e nell'edilizia. Solo in Iran (Persia) siamo passati dai circa 10 milioni di lavoratori impiegati nel settore tappeti degli anni '90 all'attuale e significativa cifra di poco più di 2 milioni di lavoratori. Ciò ha costituito non solo una diminuzione sensibile del numero di tappeti prodotti, ma anche un aumento dei costi della loro realizzazione. Di fronte a questo stato di cose e alla contestuale minore richiesta di mercato dei paesi occidentali, molte realtà commerciali hanno finito con il chiudere. E' certo che il numero delle realtà commerciali capaci di resistere e di proseguire il loro lavoro nel settore tappeti diminuirà ulterioremente nei prossimi anni, pertanto diminuiranno anche le partecipazioni degli espositori alle fiere. Se qualche collega legge questa tendenza in negativo, sbaglia, perchè la scremata era necessaria, perchè solo con la crisi infatti, i tanti troppi opportunisti e/o incompetenti del settore che hanno rovinato il mercato, sono finalmente falliti o hanno deciso di riconvertire i loro affari, sgombrando il campo ai professionisti più seri e motivati.
L'assenza totale di nuove idee denuncia invece anche quì uno stop positivo alle tendenze stravaganti e alla continua ricerca di nuove linee. Il tappeto di design è l'anti tappeto per definizione, la tappa finale al nulla, perchè favorisce esclusivamente la rappresentazione dello stesso come un oggetto di semplice arredamento, del quale se ne può anche benissimo farne a meno, esso viene spogliato di tutti i significati primitivi, antropologici, storici, e perfino economici che lo rivestono diventando un oggetto pari alla lampada o al comodino Ikea o Kartell.
Pertanto, il rispolvero delle linee classiche deve semmai rappresentare un sollievo psicologico per i mercanti responsabili, perchè è la constatazione pratica che una volta finita la sbornia, il buon senso nel pubblico ritorna sempre. Chi vuole il bene del tappeto vero, quello tradizionale, quello nato per pregare, per arredare o che per continuità rappresenta anche solo a grandi linee i disegni e i formati che venivano annodati 100 anni fa, allora non può che plaudire alla proposta di tappeti classici, perchè non è mancanza di idee, ma semmai un ritorno di valori.
Infine, (ma questa considerazione va al di là di quello che è stato Domotex) voglio aggiungere che se non fosse accaduto nell'ultimo mese quello che è accaduto, tanto in Libia quanto in tutto il Maghreb, oggi noi parleremmo di "ripresina". Le persone infatti hanno indubbiamente ricominciato a chiedere tappeti, ma non quelli minimalisti, bensì quelli ricchi di colori e di disegni, con gran riscoperta degli impianti floreali o barocchi, perchè la fuga dalla povertà passa anche da queste manifestazioni, e dopo tanta austerità, la gente non ne può più di linee light, secche o minimaliste.
2 commenti:
Anche se il Domotex ha segnato uno stop, cio' non toglie che le notizie relative al rilancio, anche se piccolo e limitato al disegno floreale, del mercato del tappeto e' una bella notizia da tenere in considerazione. Mi auguro che sia il mondo giovanile che cominci a considerare gli annodati in quanto , con il tempo, li ameranno sempre di piu e affineranno le loro conoscenze passando ai fini, agli antichi: ovviamente " pecunia permettendo". Ciao
Confermo un nuovo interesse per i tappeti pregiati floreali. Continua l'interesse per i nuovi decorativi.
Le fiere sono molto costose e sono solo i più grossi che possono permetterselo.
Non offrono più nemmeno novità.
Il problema più grosso non è una perdita d'interesse del pubblico, anche quello giovane al mondo del tappeto ma l'operazione di svalutazione del prodotto a causa di tutte queste vendite di chiusura, liquidazioni, sconti al 70%. I consumatorae è confuso e non apprezza più nemmeno il tappeto che deve essere presentato come prodotto artistico che mantiene il valore.
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